SEGNALATO. PER COMPRENDERE COME FUNZIONAVANO ANCHE ALTRE FRATELLANZE, COME QUELLA ESSENA.
Documento della fortuna goduta presso la cultura tardo-antica da Pitagora e dalla filosofia al suo nome collegata, l'opera in più libri sul pitagorismo composta dal siriaco Giamblico (240 ca.-325 ca. d.C.) si apre con una "Vita pitagorica " che ha funzione di prologo e nel contempo di introduzione ed esortazione al pensiero del Maestro. Vi si delinea anzitutto un'immagine esemplare del bios pitagorico, la speciale condotta di vita di Pitagora e di quanti si attenevano al suo insegnamento. L'eccezionaiità del Samio diviene così la 'cifra' dell'eccellenza della sua filosofia, e la figura dell'antico sapiente, il suo pensiero e il suo operato sono chiamati a svolgere un ruolo paradigmatico nel quadro di un ambizioso progetto di " rifondazione del pitagorismo ". Al tempo stesso, tuttavia, la "Vita pitagorica" risulta essenziale anche alla comprensione storica del pitagorismo più antico. In essa sono recuperate singolari tradizioni di età preclassica, mai assoggettate a reinterpretazioni di stampo razionalistico e perciò rimaste ai margini della tradizione culturale antica. Una certa immagine di Pitagora quale ' uomo divino ' detentore di una 'superiore' conoscenza delle cose umane e divine, lungi dall'essere stata costruita dai neo-pitagorici di età imperiale, si rivela così tutt'altro che estranea agli strati più antichi della tradizione pitagorica stessa. La " Vita pitagorica " riesce in questo modo a gettare un ponte tra due epoche lontanissime l'una dall'altra: ed in ciò risiede una delle ragioni non secondarie del suo interesse. L'opera è puntualmente tradotta da Maurizio Giangiulio, cui si devono anche una revisione del testo greco, un'ampia introduzione su Giamblico e la tradizione pitagorica, nonché un sintetico apparato di note esplicative.
Note: Introduzione, traduzione e note di Maurizio Giangiulio. Testo greco a fronte.
Caratteristiche: brossura, testo greco a fronte |